GIOVANNI 8:30-33: LA VERITÀ E GESÙ (BIMBETTO DEL PRESEPE?)

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GIOVANNI 8:30-33: LA VERITÀ E GESÙ (BIMBETTO DEL PRESEPE?)

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«Mentre egli parlava così, molti credettero in lui. Gesù allora disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: “se perseverate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi”» (Gv 8:30-32).

* * *

«I Giudei essi presero alcune pietre per tirargliele; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio» (Gv 8:59)

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GESÙ NON È NÉ IL BIMBETTO DEL PRESEPE NÉ IL BELLOCCIO DELLE RAPPRESENTAZIONI ARTISTICHE

Bisognerebbe studiare maggiormente la figura di Gesù per capire la sua attività e la nostra, il suo modo di essere e il nostro: solo Gesù costituisce, per chi crede, il modello unico e intangibile da seguire, sempre e comunque, per ottenere la riconciliazione con Dio foriera di pace, beatitudine e vita eterna. Gesù non è né il bimbetto del presepe né il belloccio delle rappresentazioni artistiche che punteggiano materialmente l’Occidente: Gesù è il Figlio di Dio, il Signore, la Parola incarnata, l’unico mediatore tra Dio e gli uomini (1Tm 2:5), ma anche il discepolo per eccellenza (Is 50:4-59), che si è preoccupato in primis di conoscere e praticare la volontà del Padre. Dunque, essere discepoli di Cristo, cioè “cristiani”, implica assai più di quel che comunemente si pensi. Significa essere come Cristo è stato nei confronti di chi lo ha inviato ad offrire la riconciliazione, significa comportarsi come lui si è comportato (1Pt 2:21) per il bene ed il progresso del Regno di Dio, che è la presenza sovrana del Signore nei cuori di chi crede.

[sull’aspetto fisico di Gesù, vedere in questo sito, sezione CURIOSITÀ, l’approfondimento relativo]

 

ESSERE DISCEPOLI DI CRISTO VUOL DIRE …

– raffrontarsi continuamente con colui che dette la sua vita per ciascun peccatore (Gal 2:20);

– spazzare via dal proprio orizzonte mentale la gloria dell’uomo, con le sue tristi consuetudini e brutture;

– andare in fondo con piena consapevolezza, evitando di affondare senza speranza nel mito e nelle ingannevoli tradizioni costruite abilmente da chi sa fare tutto questo;

– abbeverarsi alla fonte suprema, pura e bella, che è la Parola di Cristo, l’unica davvero in grado di santificare, di modificare realmente, e in maniera radicale, l’esistenza dei peccatori;

– schierarsi con lui (Mt 12:30);

– dare una testimonianza in piena coscienza e fiducia.

Tutto questo non è certo facile per chi è abituato a vivere un “cristianesimo” di facciata, tradizionalista, senza vere radici bibliche.

 

 BREVE ANALISI DI GIOVANNI 8:31-33

Per capire il brano è utile considerare il contesto prossimo (precedente e seguente: Gv 8:30-59). Il discorso di Gv 8:31-33 è rivolto da Gesù a Giudei che hanno creduto in lui e che Gesù stesso vuole sottoporre a più sottile vaglio, in quanto non basta credere genericamente (anche i demoni credono e temono: cfr. Gc 2:19 [«Tu credi che c’è un solo Dio, e fai bene; anche i demoni lo credono e temono»]): piuttosto bisogna credere come si deve, vale a dire come esige Dio, andando ben oltre la superficie delle cose, e scendendo giù, sino al cuore del Vangelo, accettandone tutte le implicazioni. Il risultato del tentativo di tale approfondimento rischia di scadere nella tragedia: alla fine del discorso, quei Giudei che hanno inizialmente creduto in lui, per nulla soddisfatti, intendono lapidarlo (v. 59). Il contesto di Gv 8:31-33 ci fa perciò capire che il brano è decisivo, è la vera e propria chiave di volta dell’edificio “discepolo”.

Dopo averlo letto, si arriva ad un bivio: o si decide addirittura di “giustiziare” il Signore, allontanandolo per sempre dalla propria vita, o lo si elegge a motivo e guida per conoscere la verità e sperimentare la libertà. Arrivati a questo punto, è il caso di scomporre Gv 8:32 in più parti, dando un breve commento per ciascuna di esse.

SE – Il rapporto con Dio tramite Cristo è sempre basato sulla libertà di scelta, sulla possibilità da parte umana di voler ricevere i doni divini o no.

PERSEVERATE – L’originale greco meno significa “stare” (Mt 10:11), “rimanere in una data condizione” (1Cor 7:11; Eb 7:3). Meno è usato anche per il concetto di “abitare”, “dimorare” (Gv 1:38). Il nostro rapporto con il Signore non è occasionale e può essere basato solo sulla continuità.

NELLA MIA PAROLA – Occorre stare sempre nella Parola di Cristo. Tutto il resto non conta e, soprattutto, non salva. Cristo è la Parola di Dio incarnata (Gv 1:1,14).

SIETE VERAMENTE – Si noti l’avverbio. Purtroppo, può capitare di essere apparentemente, ma non realmente discepoli di Cristo.

MIEI DISCEPOLI – Nella storia del cristianesimo vi sono tanti sedicenti maestri e altrettanti discepoli, tante Chiese e altrettanti padroni di Chiese. Nondimeno, nel Nuovo Patto vi è un solo Signore (Ef 4:5), una sola Chiesa o corpo (Ef 4:4), la sua Chiesa (Mt 16:18; Rm 16:16) composta di veri discepoli di Cristo (Gv 8:32).

CONOSCERETE – L’atto del conoscere comporta consapevolezza, desiderio e impegno di apprendere. Dio si fa trovare da chi lo cerca. Questa sicurezza è fondamentale per la fede. Nessuno può pensare di “conoscere” solo perché gli è stata imposta, un giorno, la religione della maggioranza.

LA VERITÀ – L’uomo ha cercato sempre la verità: in Cristo può finalmente dire di averla trovarla. Gesù e Pilato hanno disputato sulla verità di Dio e le verità degli uomini (su questo sito vedi l’editoriale L’incontro tra Gesù e Pilato, 5 settembre 2021).

E LA VERITÀ VI FARÀ LIBERI – Per sua natura, l’uomo ama la libertà: in Cristo può trovarla, definitivamente. Si tratta della libertà dal peccato e dalla violenza, libertà nella pace di Dio, nella riconciliazione con lui e tramite lui.

 

CONCLUSIONI

Il bel brano di Gv 8:31-33 ci consente innanzitutto di capire quanto segue: diventare discepoli di Gesù è certo possibile per tutti, senza alcuna distinzione, a patto che lo si voglia e che si perseveri in tale scelta di vita; nessuno può scegliere per altri e nessuno può vivere il cristianesimo al posto di altri («Egli renderà a ciascuno secondo le sue opere»: Rm 2:6). Si è davvero discepoli di Cristo solo grazie alla sua Parola (il che sgombra il campo da altri e invadenti maestri, e perciò da plurime dottrine). Essere in comunione con Cristo, voler imparare da lui e solo da lui, è il privilegio per eccellenza, che dà la conoscenza della verità che porta alla pienezza della libertà.

 

Arrigo Corazza