17 marzo 2014
Domenica 16 marzo 2014, alle ore 16, il Papa si reca in visita alla Parrocchia di Santa Maria dell’Orazione a Setteville di Guidonia (zona periferica piuttosto disastrata a nord di Roma). La gente sale persino sui tetti per salutarlo (come al tempo delle acrobazie di Zaccheo per vedere il Signore Gesù: Lc 19). C’è poi il solito contorno fatto di disabili (e familiari), di circa trecento bambini (e familiari), con la loro vampa colorata di magliette, rosari, foulard … C’è poi il solito resoconto sui mezzi di comunicazione, che approfittano persino di ogni respiro del Papa per scrivere di lui. Riportiamo ora alcune affermazioni del Papa, che ha detto qualcosa che fa molto piacere a chi ama la Bibbia:
«bisogna chiedere la grazia per non avere vergogna della fede»;
«Gesù ti chiedo di mandarmi lo Spirito Santo perché mi faccia coraggioso in modo da non avere paura» (la preghiera dei bimbi secondo il Papa);
«mettetevi in cammino» perché «Dio ha voluto salvare un popolo che cammina»;
«chi si ferma è come l’acqua che ristagna, si corrompe»;
attenzione a non «errare invece di camminare, cioè fare turismo»;
«le persone che non sono in cammino si corrompono»;
attenzione a «fare il cammino giusto, non sbagliare strada peccando. E allora abbiamo bisogno di chiedere perdono al Signore per continuare a camminare» per «essere sempre in cammino con Lui che ci difende dalle trappole di questo andare in cammino»;
«certo nel bus siamo costretti a mantenere l’equilibrio ma anche a difendere le tasche. Ma se sei seduto puoi leggere qualche parolina del Vangelo»;
«quali sono i compiti principali del cristiano? La messa domenicale? Il digiuno? L’astinenza? No, il primo compito è ascoltare la Parola di Dio che fa più forte e robusta la nostra fede»;
colloquio con un penitente fittizio: «Ma padre, io ascolto tanto. Ascolti, sì, ma cosa? Le chiacchiere delle persone, la tv, la radio»;
«prendiamo ogni giorno un po’ di tempo per ascoltare la parola di Gesù, a casa abbiamo il Vangelo per nutrirci: è il pasto più forte per l’anima. Dobbiamo prendere ogni giorno alcuni minuti per nutrirci della Parola del Vangelo. Il Vangelo sia sempre con noi. I martiri come santa Cecilia portavano sempre il Vangelo».
A chi vuole essere cristiano seguendo unicamente la Bibbia, fa molto piacere sentire che il Papa esorti ad ascoltare la Parola di Dio, che rende più forte e robusta la nostra fede, a leggere il Vangelo, che sta sempre con noi, quel Vangelo che è il nutrimento più robusto per l’anima.
Tuttavia, occorre chiedersi come mai il Papa oggi dica di leggere e mettere in pratica il Vangelo quando, dalla seconda metà del Cinquecento, la Bibbia in lingua volgare fu messa all’Indice dei libri proibiti, causando una gravissima crisi culturale che spiega nel lungo periodo l’analfabetismo dilagante per molti secoli nel nostro Paese. A quel tempo le autorità vaticane erano assai sospettose verso chiunque leggesse la Bibbia in proprio, senza l’intermediazione della Chiesa Cattolica e dei preti (tutto, ovviamente, veniva fatto in latino, con buona pace della comprensione da parte delle masse). L’occhiuto controllo della Chiesa Cattolica derivava dal dramma della Riforma protestante, che aveva scosso fin dalle fondamenta la Chiesa stessa. I protestanti, in nome della sola Scrittura, della sola fede e della sola grazia, stavano mettendo a serio repentaglio quel mondo religioso che aveva dominato l’Occidente e per così tanto tempo. I protestanti (tutti d’origine cattolica) tentavano di battere in breccia il cattolicesimo.
Ora, siccome secondo la teologia cattolica il Papa è infallibile (Concilio Vaticano I, 1870), bisogna chiedersi – per non fare la solita figura degli sciocchi – come mai, dal Concilio Vaticano II (1962-1965, peraltro l’ultimo nel cattolicesimo), la Chiesa Cattolica promuova la lettura della Bibbia … I Papi del Cinquecento e quelli contemporanei vanno d’accordo oppure no? Chi sono i Papi infallibili? Quelli del Cinquecento o quelli di oggi? Ma non sono stati tutti eletti dallo Spirito Santo? Perché si contraddicono spesso?
Domandiamoci: il Papa non rischia chiedendo ai giovani di leggere il Vangelo mentre, guardinghi come le faine, viaggiano in autobus nella periferia a nord di Roma? Potrebbe darsi che questi giovani, in un futuro più o meno prossimo, reclamino il conto, e cioè perché mai ci debba essere un Papa che incita a leggere la Bibbia quando nella Bibbia stessa non esiste l’idea del papato o della Chiesa Cattolica Apostolica Romana. Non è una palese contraddizione? Assai probabilmente, il Papa sa che pochi andranno a leggere il Vangelo e che la sua posizione non sarà mai smossa, cosa che invece non accadde dal 1517 in poi, quando anche l’autorità politica cominciò a mettere in dubbio il potere del cattolicesimo, consentendo la diffusione delle dottrine protestanti. Oggi l’acquiescenza delle masse, dei mezzi di comunicazione e della politica verso la Chiesa Cattolica è palese. Dicendo ai giovani di leggere il Vangelo, il Papa assomiglia al dottore che invita i pazienti di una certa età a fare prevenzione (i maschietti controllino la prostata e le femminucce facciano la mammografia …). Figuriamoci! Pur sapendo come andrà a finire, il dottore è tenuto a dirlo (ma pochissimi lo fanno).
Nonostante le proibizioni, la Bibbia è stata sempre oggetto di lettura e pratica; altrettanto spesso, però, non è (stata) letta, nonostante la libertà di cui alla fine, e giustamente, tutti godiamo. I tempi cambiano. Oggi non siamo più all’epoca della Riforma (o di ogni altra riforma tesa a tornare al cristianesimo descritto nel N.T.); siamo nell’età di Internet, dei mezzi di comunicazione spiccioli, e via dicendo; siamo ai tempi della propaganda per la quale è assai più importante apparire che essere.
Comunque, bene ha fatto il Papa, che conosce i suoi fedeli, a invitare a leggere e a praticare la Parola di Dio. Meglio sarebbe stato, però, se si fosse spogliato, pubblicamente e per sempre, come fece il suo caro Francesco d’Assisi, delle sue prerogative, basate non sulla Bibbia ma sulla forza della tradizione storica.
La Parola di Dio permane in eterno, mentre i Papi passano, più o meno lentamente, uno alla volta, o forse, addirittura, due insieme …
Arrigo Corazza