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I genitori di Gesù, Giuseppe e Maria, dovevano essere assai giovani al momento del matrimonio: forse quattordici o quindici anni lei, una ventina lui. Giuseppe non era dunque quel vecchiaccio tramandatoci dalle raffigurazioni per preservare e magnificare la perpetua verginità dell’adolescente Maria. Al contrario, l’unione tra Giuseppe e Maria fu ampiamente benedetta da Dio. Infatti, il Signore ebbe una famiglia numerosa: oltre ai genitori, quattro fratelli e almeno due sorelle.

  • Padre putativo (“presunto”, “apparente”, “ritenuto”): Giuseppe.
  • Madre: Maria (rimasta incinta di lui per virtù dello Spirito Santo: cfr. Mt 1:18).
  • Fratelli: Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda (cfr. Mt 13:55).
  • Sorelle: almeno due (innominate: Mt 13:56).

 

La tradizione cattolica ha annullato il dato biblico sui fratelli e le sorelle di Gesù, avanzando soluzioni inverosimili, quali quella secondo cui si tratterebbe di “cugini”. Tuttavia, “cugino” è anepsiòs in greco (Col 4:10), mentre “fratello” è adelphòs. I due termini non possono in alcun modo essere confusi o considerati interscambiabili. Non interessa qui discutere nuovamente l’annoso e mal posto problema dei fratelli e delle sorelle carnali di Gesù. Basterà chiedersi perché mai Maria non può avere avuto altri figli, secondo la ferrea dottrina cattolica in proposito. Il motivo è la concezione del peccato originale, che non è biblica e che essi hanno costruito nei secoli. Vediamo lo snodarsi dei fatti.

 

PERPETUA VERGINITÀ DI MARIA

Nel concilio Lateranense del 649, fu riconosciuta la verginità perpetua di Maria. In seguito, grazie ad ulteriori interventi dogmatici, si specificò che tale verginità dovesse intendersi «prima del parto» (ante partum; questo è un dato biblico su cui tutti concordano), «durante il parto» (in partu) e «dopo il parto» (post partum). Tuttavia, non si capisce come mai Maria non possa aver avuto una normale vita sessuale con il marito Giuseppe. Peraltro, il N.T. fa capire che questo avvenne: Gesù fu il primogenito di Maria (Lc 2:7); Giuseppe «non la conobbe [letteralmente in greco: «non la conosceva», imperfetto che indica il protrarsi del rifiuto di Giuseppe a unirsi a lei] finché non ebbe partorito un figlio a cui pose nome Gesù» (Mt 1:25: qui “conoscere” significa “avere rapporti matrimoniali”, secondo un diffuso modo biblico d’esprimersi: Gn 4:1. Poi, dal «finché» si presume che Giuseppe abbia avuto rapporti matrimoniali con Maria dopo la nascita di Cristo).

Infine, Gesù ebbe fratelli e sorelle (vedi Mt 12:46; 13:55; Gv 2:12; 7:3,5,10; At 1:14; 1Cor 9:5; Gal 1:19). Il fatto che Maria non possa aver avuto altri figli dipende, per la teologia cattolica, dal problema del peccato originale.

 

IMMACOLATA CONCEZIONE

A Maria è stata concessa, da Papa Pio IX con la bolla Ineffabilis Deus dell’8 dicembre 1854, la santità originaria (“Immacolata Concezione”). In parole semplici, Maria, per grazia e privilegio divino, fu preservata immune da ogni macchia (latino: macula) di peccato originale nel momento stesso della sua concezione da parte dei genitori. Questo dogma, il primo proposto direttamente dal Papa e non da un concilio ecumenico, serviva a conciliare la situazione di Maria con la dottrina cattolica secondo cui in tutti i discendenti di Adamo si annida il peccato originale.

 

UNA SERIE DI ERRORI

Quindi, un errore teologico (il peccato originale) ha generato altri errori:

  • l’immacolata concezione di Maria;
  • la perpetua verginità di Maria.

Infatti, se esiste il peccato originale è giocoforza esentarne la madre di Gesù, altrimenti Gesù stesso ne sarebbe stato macchiato (essendo da parte di Padre immune). Ma, sul versante cattolico, diventa anche obbligatorio affermare che Gesù non può aver avuto fratelli e sorelle perché, in caso contrario, anch’essi sarebbero dovuti nascere senza peccato originale o, in ogni caso, con un peccato originale a metà (da parte di Giuseppe). Il che è impossibile, per i cattolici. Tali sono i meccanismi profondi e sostanziali della teologia cattolica in generale e di quella mariana in specie.

È da notarsi che il N.T. non insegna né la dottrina del peccato originale, né un presunto stato mariano di grazia superiore. Al contrario, si dice che, tranne Cristo, «tutti hanno peccato e sono privi della grazia di Dio» (Rm 3:23). Quindi, anche sua madre Maria, la quale, dopo Atti 1:14, scompare dal N.T. Non si sa che fine abbia fatto. Certamente, dalle fonti neotestamentarie, non può essere in alcun modo salita in cielo (“Assunzione di Maria”). Al contrario, Gv 3:13 ci fa sapere che «nessuno è salito in cielo, se non colui che è disceso dal cielo: il Figlio dell’uomo che è nel cielo» (Gv 3:13). Mentre Gesù è celeste, Maria non viene dal cielo, ma dalla terra. E in quest’ambito deve assolutamente rimanere perché secondo il N.T. non ha alcuna funzione relativa alla salvezza nella vita ultraterrena. Solo Gesù è unico e fondamentale a questo riguardo. Maria non salva nessuno e non ci porta a Cristo. Questo è il compito della fede, non di Maria.

 

 Arrigo Corazza