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LA PIZZA CON LA BESTEMMIA

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«Non pronunciare il nome del Signore, Dio tuo, invano; perché il Signore non riterrà innocente chi pronuncia il suo nome invano» (Esodo 20:7).

«Non bestemmierai contro Dio e non maledirai il principe del tuo popolo» (Esodo 22:28).

«Il figlio di una donna israelita e di un Egiziano, trovandosi in mezzo ad alcuni Israeliti, venne a diverbio con un figlio d’Israele. Il figlio della israelita bestemmiò il nome del Signore e lo maledisse; perciò fu condotto da Mosè. La madre di quel tale si chiamava Selomit ed era figlia di Dibri, della tribù di Dan. Lo misero in prigione, in attesa di sapere che cosa il Signore ordinasse di fare. E il Signore parlò a Mosè, e gli disse: “Conduci quel bestemmiatore fuori dal campo; tutti quelli che lo hanno udito posino le mani sul suo capo e tutta la comunità lo lapidi. Poi dirai ai figli d’Israele: Chiunque maledirà il suo Dio porterà la pena del suo peccato. Chi bestemmia il nome del Signore dovrà essere messo a morte; tutta la comunità lo dovrà lapidare. Sia straniero o nativo del paese, se bestemmia il nome del Signore, sarà messo a morte … Mosè parlò ai figli d’Israele, i quali portarono quel bestemmiatore fuori dal campo e lo lapidarono. Così i figli d’Israele fecero quello che il Signore aveva ordinato a Mosè» (Levitico 24:10-16, 23).

 

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Secondo dati dell’inizio 2021, «tra gli italiani, l’82,1% risulta cristiano (il 79,7% cristiano cattolico), il 16,2% ateo o agnostico e l’1,7% professa altre religioni. Tra gli stranieri, il 51,8% risulta cristiano (28,8% ortodosso,17,7% cattolico), il 33,3% musulmano, il 4,5% è ateo o agnostico e la restante quota professa altre religioni» (fonte: Le pratiche religiose in Italia, https://italiaindati.com/le-religioni-in-italia/).

 

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Generalizzando al massimo grado, si potrebbe dire che molti Italiani pensano che la donna di malaffare non sia mai la propria madre, moglie, sorella e figlia, ma solo quella altrui. Non si bestemmia mai il nome della propria madre, sorella e figlia; è assai più facile bestemmiare il nome di Dio, Cristo, la madonna, i santi (tanto chi li vede? Ma dove stanno?).

Un tempo si diceva (oggi raramente, soprattutto tra i giovani): “bestemmiare come un Turco”, “fumare come un Turco” (varie sono le spiegazioni). Bisognerebbe dire, piuttosto: “bestemmiare come un Italiano” giacché molti Italiani bestemmiano il nome di Dio, Cristo, la Madonna, i santi, come dove e quando vogliono, dal Nord al Sud (isole comprese). È una realtà presente in tutti gli strati della società – dai poveri ai ricchi, dagli ignoranti ai dotti con tanto di laurea. Si bestemmia a ogni età, senza distinzione di sesso.

È il delirio dell’uomo contro Dio Creatore. In Italia la bestemmia è una vergogna, della quale purtroppo quasi nessuno si vergogna più (e scusate il gioco di parole). Eppure, l’Italia è il centro del cattolicesimo apostolico romano; le statistiche ufficiali ci informano che quasi l’80% degli Italiani proclama la fede cattolica. Dunque, la bestemmia in Italia è una realtà assolutamente contraddittoria rispetto alla professata religiosità. Quale spiegazione si può dare di questo fantomatico credente cattolico, spesso ateo, anticlericale, clericale e bestemmiatore?

 

LA BESTEMMIA E I TERMINI DI LEGGE

In Italia, fino a poco tempo fa, la bestemmia era considerato un reato; oggi, tutt’al più, ce la caviamo con una multa se insultiamo Dio; nessuna sanzione per chi bestemmia la Madonna, i santi e via dicendo. Sorprende che anche l’Onu, nel 2014, si sia espresso contro l’illecito di bestemmia argomentando la sanzione come una “restrizione della libertà di espressione”. Andiamo bene! La libertà d’espressione contempla la bestemmia? Ma siamo impazziti? È un chiaro segno dei tempi (mala tempora currunt, “corrono tempi cattivi”).

IL DETTAGLIO (Qui di seguito citiamo testualmente da https://www.money.it/Bestemmiare-e-reato-cosa-dice-la-legge).

L’Italia è un popolo di bestemmiatori, lo sappiamo bene. Ma cosa rischia chi bestemmia in pubblico? La bestemmia, infatti, anche se per molti non ha alcun significato, può offendere la morale altrui, specie se esclamata a gran voce nei luoghi pubblici oppure pubblicata sui Social network. Ma allora è lecito chiedersi: bestemmiare è reato sì o no?

Bestemmiare è reato sì o no?

Per rispondere a questa domanda dobbiamo tornare indietro di qualche anno: fino al 1999, la bestemmia era un vero e proprio reato, disciplinato dall’articolo 724 del Codice penale che recitava: «Chiunque, a titolo di bestemmia e manifestazioni oltraggiose verso i defunti, chiunque pubblicamente bestemmiasse, con invettive o parole oltraggiose, contro la Divinità o i Simboli o le Persone venerati nella religione dello Stato, con l’ammenda da lire cento a trecentomila e, successivamente, con l’ammenda da lire ventimila a seicentomila. Alla stessa pena soggiaceva chi ponesse in essere qualsiasi pubblica manifestazione oltraggiosa verso i defunti». Le cose cambiano nel 1999 quando, sotto il Governo di Massimo D’Alema, la bestemmia viene depenalizzata e si trasforma in un illecito amministrativo. Il passaggio avviene con la sostituzione delle parole «alla stessa pena soggiace chi» con «la stessa sanzione si applica a».

Bestemmiare la Madonna e i Santi è lecito

Potrà sembrare bizzarro ma chi bestemmia contro la Madonna, i Santi e i profeti non commette alcun illecito amministrativo, quindi non è perseguibile e non è prevista nessuna sanzione. Queste bestemmie, sia in pubblico che in privato, sono concesse, come anche quelle che si riferiscono genericamente al concetto di “divino”.

Cosa rischia chi bestemmia

Chi bestemmia Dio in pubblico rischia una sanzione amministrativa che va da un minimo di 51 euro a un massimo di 309 euro. Ma attenzione perché nel 2007 la Corte di cassazione ha stabilito che è punibile anche la bestemmia sui Social network come Facebook e Instagram. La sanzione continua ad essere applicata nonostante in molti la considerino anacronistica e priva di significato. Anche l’Onu, nel 2014, si era espresso contro l’illecito di bestemmia argomentando la sanzione come una “restrizione della libertà di espressione”.

Bestemmia, come funziona negli altri Stati

Riguardo alle bestemmie l’Italia non è il Paese più severo. Si è rilevato che ben 72 Paesi nel mondo puniscono chi bestemmia, più o meno severamente. I più duri sono i Paesi musulmani come Iran, Egitto e Pakistan, dove, nei casi più gravi, è prevista anche la pena di morte. In ambito europeo l’atteggiamento dei singoli Stati è piuttosto permissivo: l’Olanda ha deciso di eliminare in toto il reato di blasfemia solo nel 2012, seguita dalla Danimarca. Controcorrente invece l’Irlanda ha deciso di inasprire le pene per blasfemia nel 2010. I Paesi ex comunisti, invece, sono piuttosto disinteressati al riguardo e non prevedono particolari sanzioni.

 

DUE ESEMPI DI CASA NOSTRA: IL BIMBO DI TIRRENIA (PISA) E GIANLUIGI BUFFON

IL BIMBO DI TIRRENIA – Qualche giorno fa, uscendo da uno stabilimento balneare di Tirrenia (Pisa), vedo due bimbi giocare a palla nell’area adibita allo scopo. In attesa della mia signora e di nostra nipote Sara, amante del calcio quale sono, mi soffermo a guardarli. Senza alcuna ragione apparente, all’improvviso, uno dei due, con estrema naturalezza, spara una bestemmia contro Dio (la classica, bella soda). Impietrito, lo guardo e gli chiedo: «Bimbo, ma hai bestemmiato?». Mi guarda e risponde, con l’aria tipica dei bimbi e adolescenti quando qualcuno con i capelli bianchi parla loro: «Sì, e allora? Che c’è?». «Ma quanti anni hai?», gli chiedo. «Otto, e allora?». Fortemente irritato, gli chiedo: «Dove sono i tuoi genitori? Vorrei parlare con loro perché non è cosa buona bestemmiare, soprattutto alla tua età». Infastidito, mi guarda ancora con quell’aria così, fa spallucce e dice al compagno di gioco: «Ovvia, si torna a giocare di nuovo». Come se io non avessi parlato – a pari età, noi quasi settantenni scattavamo sull’attenti …  Arrivano mia moglie e nostra nipote Sara (otto anni) e racconto loro quanto accaduto. Sara mi dice: «Nonno, ma quello non si rende neppure conto di avere bestemmiato! Fanno così i bimbi, anche a scuola». Si bestemmia così tanto e dappertutto (anche in famiglia) che i figlioli sono oramai abituati a questa schifosa costumanza senza rendersene conto (se non sono corretti). È esattamente quel che accade quando, non avendo alcuna conoscenza grammaticale, si parla una lingua dopo averla appresa solo per tradizione circostante.

GIANLUIGI BUFFON – Nato e cresciuto a Carrara (Toscana) nel 1978 ma di origine friulana (Latisana), è stato un famosissimo calciatore della Nazionale Italiana e di una squadretta di Torino (purtroppo poco vincente). Coniugato dal 2007 al 2014 con la showgirl ceca Alena Seredova (due figli), da qualche anno vive con la giornalista Ilaria D’Amico, già maritata (un figlio). La signora D’Amico gli ha dato un terzo figlio.

Come molti altri calciatori, anche a Buffon capita di bestemmiare in campo. Dopo l’ennesimo caso, il 28 gennaio 2021, in un’intervista al giornale Tuttosport, la signora D’Amico ha così spiegato l’espressione blasfema di Buffon durante la partita Parma – Juventus, costatagli un turno di squalifica su proposta del Procuratore Federale: «è una cosa che fa parte della sua toscanità. Nonostante la mamma sia la donna più religiosa che conosca e Gigi stesso sia molto praticante, ci sono alcune espressioni colorite che fanno parte del suo gergo. Se i nostri figli dicono una parola fuori posto, lui si arrabbia moltissimo. È un gergo più legato al campo e sarei curiosa di sapere se effettivamente ha pronunciato la lettera D o la Z, lui di solito dice “zio” … Deve cambiare espressione, comunque. È il primo che ci resta male quando gli scappa». Signora D’Amico, pure Dio ci rimane male (e non solo lui) …

Cerchiamo di capire meglio chi sia l’autrice di questa dotta giustificazione (toscanità, gergo, campo di gioco …). Ilaria D’Amico è nata a Roma nel 1973 ed è giunta a quattro esami dalla laurea in giurisprudenza. È un volto assai noto del piccolo schermo, avendo lavorato tantissimo in televisione (Rai, Sky, La7). Insomma: si tratta di un profilo intellettualmente valido (almeno così sembra). Sorprende che una signora di tal fatta possa difendere la bestemmia del suo compagno (non marito) tirando fuori la toscanità, il gergo del campo, il momento, nonostante la professata e profonda religiosità di Buffon (e di sua madre) e la sua vigile cura dell’eloquio dei figli.

Niente di nuovo sotto il sole: si tratta delle solite spiegazioni che non chiariscono e giustificano niente. Vediamole nell’ordine.

LA TOSCANITÀ: io sono romano ma non mi sembra proprio, dopo venticinque anni di residenza a Pisa, che qui si bestemmi più che altrove (magari si nota una certa poetica in merito). In Italia si bestemmia tanto e dappertutto.

IL CAMPO DI GIOCO, LO STADIO: chi ha avuto esperienze in proposito, sa che questo è sicuramente vero: si tratta di uno degli ambiti sociali di elezione per la bestemmia. Ma non più di altri. In Italia si bestemmia tanto, dappertutto e in ogni circostanza (dobbiamo parlare del mondo del lavoro? Altro che stadio! E la scuola?).

IL MOMENTO: la trance agonistica non è affatto prioritaria nella bestemmia, perché si bestemmia in moltissime e pacifiche altre circostanze.

IL GERGO: questo è un discorso che ha una sua validità da studiare attentamente (come sicuramente sarà già stato fatto da illustri studiosi). Si bestemmia così come si dice “porca o mannaggia la miseria”, “maremma … “. Un tempo si diceva: “Piove, governo ladro!”, “troppo caldo, governo ladro” e via di questo passo.

Insomma: le giustificazioni della D’Amico sono di una banalità sconcertante. Gianluigi Buffon non è diverso da molti Italiani e Italiane: è cattolico, credente, praticante (ma questa è già un’eccezione), bestemmiatore, convivente … Almeno non è ateo; ci sono molti cattolici che sono credenti e atei nello stesso tempo. Non si sa come fanno ad esserlo! Misteri d’Italia!

 

DA QUANDO SI BESTEMMIA IN ITALIA?

«In tempi di “politicamente corretto” e di cancel culture sembra che gli unici insulti che non destano una vera riprovazione sociale e giudiziaria siano quelli rivolti a Dio, alla Madonna e ai Santi. Eppure per molti secoli le cose sono state diverse: bestemmiare era pericoloso e gli archivi restituiscono numerosi casi di “rei” puniti in modo esemplare. Tra di loro molti giocatori d’azzardo, militari, commercianti. Ma anche tanti sacerdoti » (Massimo Centini)

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Per l’inquadramento storico generale e i dettagli presenti nel contributo di Massimo Centini, vedi https://storiainrete.com/severi-ma-giusti-sia-messo-a-morte-chi-bestemmia/

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Domanda interessante: in Italia l’insulto contro Dio, Cristo e via dicendo, è un portato di tempi recenti? Assolutamente no. Al riguardo esiste una lunga e precisa tradizione attestata da molti documenti inquisitoriali riportati alla luce, i quali permettono di affermare che già nel Medioevo la pratica era diffusa. Addirittura nel VI secolo, al tempo dell’imperatore Giustiniano, i bestemmiatori subivano dapprima la pena di morte e poi il taglio della lingua.

La Chiesa Cattolica si attivò presto contro la bestemmia, ma anche la giustizia laica: fustigazione pubblica, taglio della lingua, pene pecuniarie, marchio a fuoco sulla fronte (in Francia), gogna pubblica, con taglio del labbro superiore o perforazione della lingua in caso di recidiva.

Nel Rinascimento continuano le pene per i bestemmiatori: taglio della lingua, flagellazione, pene pecuniarie, pubblica riprovazione. Forte propellente alla bestemmia era il gioco d’azzardo in osterie e strade. Anche qualche prete era coinvolto: così esclamò pubblicamente nel 1577 don Michele Facero: «vengha il cancaro a Iddio che manda tutta la robba a li uni et niente alli altri» (Archivio Storico di Torino, «Acta criminalia. Processo contro il curato Michele Facero», 1577). E, sorprendentemente, ci sono altri esempi di uomini di Chiesa coinvolti nella bestemmia. E il triste andazzo continuò nel tempo.

 

LA CILIEGINA SULLA TORTA: LA PIZZA CON LA BESTEMMIA

Per il dettaglio della storia, leggi qui https://corrieredelveneto.corriere.it/venezia-mestre/cronaca/22_settembre_07/venezia-bestemmia-scritta-la-panna-pizza-foto-fa-giro-web-17d4258c-2e81-11ed-9a9b-b5c2929e1714.shtml

 

Il 6 settembre 2022, in un noto ristorante di Caorle (Venezia), un cliente si è visto recapitare la pizza ordinata farcita con la classica bestemmia contro Dio (per questo delizioso ricamo spirituale si è fatto uso della panna). Quel che è successo poi non è chiaro. Sembrerebbe che, esterrefatto, al momento di pagare il conto, il cliente abbia fatto presente al titolare quanto accaduto. Per tutta risposta, questi non gli crede. Senza battere ciglio, il cliente paga e poi pubblica su TripAdvisor la foto della pizza con la bestemmia, seguita dalla descrizione del fatto e l’inesorabile 1 in pagella. A quel punto, il gestore fa retromarcia, profondendosi in scuse (ma non poteva semplicemente credere al cliente? Ma che ci inventiamo la bestemmia sulla pizza?). Non si sa se e quali provvedimenti siano stati presi nei confronti del pizzaiolo.

Il Sussidiario scrive: «La recensione della pizza con “dedicata” una bestemmia da parte del pizzaiolo a Caorle è stata prontamente commentata dal titolare del locale, che ha sottolineato come si tratti di un fatto assolutamente isolato ed inspiegabile, seppur rimanga ingiustificabile. Inizialmente aveva pensato di licenziare il pizzaiolo autore dello “scherzo”, ma poi indagando sulla vicenda ha scoperto che “ha una situazione familiare molto difficile e la scritta sulla pizza, che ritengo inammissibile e intollerabile, è stato un disperato grido d’aiuto”, come ha spiegato al Corriere» (https://www.ilsussidiario.net/news/caorle-pizzaiolo-scrive-bestemmia-su-pizza-titolare-situazione-familiare-delicata/2401628/).

Il disperato grido d’aiuto sarebbe dunque sfociato nella pizza con la bestemmia. Ma che gente circola nel nostro Paese? Il pizzaiolo in crisi che adorna la pizza con una bella bestemmia e il titolare che non crede al cliente? Insomma: ci sarebbero clienti che vanno in giro a inventare una bestialità del genere?

 

CONCLUSIONI

In Italia siamo (sempre stati?) gente orribile quanto al rispetto per Dio e il cristianesimo. Ma chi bestemmia non si chiede se, secondo l’insegnamento della Bibbia, sarà condannato nel post mortem? La gente pensa che la bestemmia piaccia a Dio, a Gesù e allo Spirito Santo? Esiste il minimo sentore della pericolosità insita nell’insultare la Divinità? Il Dio che nell’Antico Testamento condanna il bestemmiatore (Esodo 20:7; 22;28; Levitico 24:10-16, 23) è lo stesso che poi lo assolverebbe nel Nuovo Testamento e, quindi, nell’altra vita? Circa la risposta biblica a tali quesiti, rimandiamo a un prossimo approfondimento.

Forse dovremmo cominciare a chiederci se molti Italiani abbiano davvero capito che ci sarà il giudizio universale, con la conseguente condanna eterna o la gloria eterna. Eppure Il Credo cattolico recita così: «E [Gesù] di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine».

Chi bestemmia Dio, Cristo e via dicendo dovrebbe dapprima cominciare a bestemmiare, insultare, maledire il nome del proprio padre, della propria madre, della propria sorella e dei propri figli; poi, se la cosa gli risulterà gradevole, allora insulti pure la Divinità …

 

Arrigo Corazza