23 maggio 2014
Le anime seriamente interessate alla Parola di Dio (e solo a quella) pensavano – un po’ ingenuamente, invero – che dopo la solenne sbornia del 27 aprile (beatificazione di Giovanni XXIII e di Giovanni Paolo II), che ha visto coinvolti ben quattro papi (due vivi e due defunti), i dirigenti del cattolicesimo avrebbero concesso un po’ di requie. Invano! L’afflizione, causata da accadimenti del genere, continua (cfr. Atti 17:16).
Il cattolicesimo sa come reagire a momenti di gravissima crisi, quale ad esempio quella che precedette la nomina di papa Francesco. Tale nomina ha dato la stura a una situazione davvero senza precedenti, con nuovi fatti, aperture inusitate e con una risurrezione (apparente) spirituale inaspettata, giacché ogni sorta di scandalo stava affossando il Vaticano (le dimissioni di Ratzinger lo testimoniano). In realtà, l’analisi storica sul cattolicesimo romano dimostra che, nella lunga durata, esso riesce sempre non solo a resistere ma anche a tirare fuori soluzioni geniali, a guisa di colpi di coda ben assestati, che rimettono in carreggiata il veicolo traballante.
Dopo la beatificazione del papa “buono” (Giovanni XXIII) e il papa polacco, subito è stata annunciata la prossima beatificazione di Paolo VI (papa Montini), probabilmente il 19 ottobre prossimo. La decisione va ascritta a papa Francesco, che ha messo in movimento la Congregazione delle Cause dei Santi. In verità, già prima di papa Francesco, il papa tedesco aveva magnificato le “virtù eroiche” di papa Montini (dicembre 2012). Mancava, tuttavia, il miracolo compiuto da Paolo VI, necessario a sancire la beatificazione. Detto e fatto: l’alacre postulatore vaticano padre Antonio Marrazzo ha individuato il possibile miracolo.
Questa la ricostruzione de “La Repubblica”: http://www.repubblica.it/esteri/2014/05/06/news/paolo_vi_sar_beato_riconosciuto_il_suo_miracolo-85377221/
«Il miracolo preso in esame … è stato la guarigione avvenuta negli Stati Uniti nel 2001 di un feto che al quinto mese di gravidanza si trovava in condizioni critiche per la rottura della vescica fetale, la presenza di liquido nell’addome e l’assenza di liquido nel sacco amniotico. Tanto che la diagnosi parlava di morte del piccolo nel grembo materno, o di gravissime malformazioni future, e aveva consigliato anche la possibilità di un’interruzione di gravidanza.
Il bambino “miracolato”. La mamma però rifiutò e, su suggerimento di una suora italiana che l’aveva conosciuto, si rivolse nella preghiera all’intercessione di Montini. Successive analisi mostrarono il miglioramento della situazione e la nascita avvenne all’ottavo mese con parto cesareo, con il neonato in buone condizioni generali. La salute del bambino, ora diventato adolescente, è stata poi costantemente monitorata. Il 12 dicembre scorso la consulta medica del dicastero per le Cause dei Santi ha certificato l’inspiegabilità della guarigione, mentre il 18 febbraio i teologi della Congregazione hanno riconosciuto l’intercessione di Montini. Oggi la conferma definitiva da parte del consesso dei cardinali e vescovi».
Che cosa dire, alla luce della Sacra Scrittura (vedi sotto)? Si rimane davvero interdetti. È questo il primo caso di un miracolo compiuto su un essere umano, ancora da venire al mondo? Non sappiamo. Quel che sappiamo è che cosa ci aspetta, quasi ogni giorno, nel cattolicesimo di Francesco. Magari, presto o tardi, ci sarà il miracolo compiuto su un essere umano ancora da concepire … A questo punto, nel mondo dei santi, manca all’appello papa Luciani, l’affabilissimo bellunese che regnò soltanto trentatré giorni. La sua causa di canonizzazione è aperta dal 2003. È in odore di santità dopo il presunto miracolo su un malato pugliese, tale Giuseppe Denora. Quindi, non spetterà a papa Luciani il miracolare un essere umano ancora da concepire … Nel frattempo, aspettiamo con legittima curiosità che arrivi qualcuno che lo faccia, continuando a leggere e a mettere in pratica la Parola del Signore, la Bibbia, e guardando alle cose di lassù (Colossesi 3:1ss).
Arrigo Corazza