5 febbraio 2017
Questa volta Suor Lucia Caram l’ha fatta grossa! Dunque, un altro carneade del cattolicesimo all’orizzonte, per noi italiani. In realtà, suor Lucia Caram (d’ora innanzi: la Sora Lucia) è assai famosa nei media in Spagna, dove vive da quasi trent’anni. È un tipetto niente male, un vero peperino. Vediamone l’illustre curriculum: nata nel 1966 in Argentina, nella provincia di Tucumàn, è una monaca contemplativa dell’ordine domenicano battutasi contro la dittatura nel suo paese; in Spagna, ha circa centottantamila seguaci su Twitter e un ampio ascolto nei programmi TV, specie in quello dedicato alle sue ricette di cucina (Sor Lucia), con scadenza settimanale; scrittrice di successo; dirige un progetto di solidarietà per oltre millequattrocento famiglie in bisogno; si è schierata a favore dell’indipendenza della Catalogna dalla Spagna, suscitando vivaci reazioni …
Recentemente, in un programma televisivo chiamato Chester in Love (tv privata Cuatro), invitata a parlare di sesso, ha dichiarato quanto segue:
«Ho rinunciato alle relazioni sessuali, ma sono sempre una donna, sento quello che sento»;
«ci vuole una rivoluzione» perché «le chiese sono vuote»;
«Il sesso è una forma per esprimersi, vivere, esprimere sentimenti … per la Chiesa è un tema sporco e occulto, ma io credo sia una benedizione»;
«Maria e Giuseppe avevano una relazione normale di coppia che ovviamente comportava anche fare sesso come tutte le coppie normali … Per molto tempo la Chiesa ha avuto un pessimo rapporto con i temi legati alla sessualità. Era negato e visto come qualcosa di sporco da nascondere, invece io penso che sia una benedizione … Insomma è veramente difficile credere che Maria e Giuseppe non avessero relazioni sessuali e che lei fosse davvero vergine. San Giuseppe è stato sempre raffigurato come un vecchio con la barba. E allora io mi domando: Maria stava con un uomo che poteva essere suo nonno? Ma no, no, lei era innamorata di Giuseppe e la loro relazione era come quella di qualsiasi coppia … Costa crederlo e digerirlo. Ci siamo fermati a norme che abbiamo inventato senza arrivare al vero messaggio».
Apriti cielo! Queste parole hanno generato violentissime reazioni: tra le religiose del suo stesso ordine; oltre dodicimila fedeli hanno preteso la sua immediata sospensione dall’ordine dei Domenicani (petizione su Change.org): «Monsignori, questo è uno scandalo gravissimo, un intollerabile affronto alla fede cattolica» enuncia il documento, che impone «pubbliche sanzioni»;
il vescovo di Vic in Catalogna, da cui dipende, l’ha rampognata pubblicamente: «forma parte della fede della Chiesa, fin dagli inizi, che Maria sia sempre stata vergine … una verità proclamata in forma definitiva già dal II Concilio di Costantinopoli»; il segretario della Conferenza episcopale spagnola monsignor José Maria Tamayo ha stigmatizzato «la confusione suscitata nei fedeli»; vi sono state minacce di morte …
Resasi conto del clima creato contro di lei, Suor Lucia Caram ha chiesto scusa e inteso precisare, non senza una punta di polemica: «Se qualcuno si è sentito offeso, chiedo perdono … Volevo dire che non sarei scandalizzata se la Vergine Maria avesse avuto una relazione di coppia con suo marito … Denuncio la lettura frammentata, ideologica e perversa delle mie parole da parte di persecutori di eretici, assetati di vendetta e mossi dall’odio … No, non lascio la tonaca. Non mi piegheranno».
Due possono essere le possibili chiavi di lettura della situazione che stiamo raccontando.
CHIAVE DI LETTURA BIBLICA – Il Nuovo Testamento afferma ripetutamente che il Signore Gesù ebbe fratelli e sorelle (vedi Matteo 12:46; 13:55; Giovanni 2:12; 7:3,5,10; At 1:14; 1Corinzi 9:5; Galati 1:19). Solo assai lentamente nacque e si sviluppo l’idea della perpetua verginità di Maria. Nel concilio Lateranense del 649, essa fu riconosciuta. In seguito, grazie ad ulteriori interventi dogmatici, si specificò che tale verginità dovesse intendersi «prima del parto» (ante partum; questo è un dato biblico su cui tutti concordano: Matteo 1:18ss), «durante il parto» (in partu) e «dopo il parto» (post partum). Tuttavia, non si capisce come mai Maria non possa aver avuto una normale vita sessuale con il marito Giuseppe. Peraltro, il N.T. fa capire che questo avvenne: Gesù fu il primogenito di Maria (Luca 2:7); Giuseppe «non la conobbe [letteralmente in greco: «non la conosceva», imperfetto che indica il protrarsi del rifiuto di Giuseppe a unirsi a lei] finché non ebbe partorito un figlio a cui pose nome Gesù» (Matteo 1:25: qui “conoscere” significa “avere rapporti matrimoniali”, secondo un diffuso modo biblico d’esprimersi: Genesi 4:1. Poi, dal «finché» si presume che Giuseppe abbia avuto rapporti matrimoniali con Maria dopo la nascita di Cristo). Il fatto che Maria non possa aver avuto altri figli dipende, per la teologia cattolica, dal problema del peccato originale (vedi qui sotto). Per questa ragione, i “fratelli” di Gesù diventano, nelle spiegazioni ufficiali cattoliche, i “cugini” di Gesù o “figli di Giuseppe” da un fantomatico, precedente matrimonio. Ma senza alcun supporto né biblico né linguistico.
LA PERPETUA VERGINITÀ DI MARIA E IL PECCATO ORIGINALE
A Maria è stata concessa, da Papa Pio IX con la bolla Ineffabilis Deus dell’8 dicembre 1854, la santità originaria (Immacolata Concezione). In parole semplici, Maria, per grazia e privilegio divino, fu preservata immune da ogni macchia (latino: macula) di peccato originale nel momento stesso della sua concezione da parte dei genitori. Questo dogma, il primo proposto direttamente dal Papa e non da un concilio ecumenico, serviva a conciliare la situazione di Maria con la dottrina cattolica secondo cui in tutti i discendenti di Adamo si annida il peccato originale. Quindi, un errore teologico (il peccato originale) ha generato altri errori: a) l’immacolata concezione di Maria; b) la perpetua verginità di Maria. Infatti, se esiste il peccato originale è giocoforza esentarne la madre di Gesù, altrimenti anche Gesù stesso ne sarebbe stato macchiato (essendo immune da parte di Padre). Ma, sul versante cattolico, diventa anche obbligatorio affermare che Gesù non può aver avuto fratelli e sorelle perché, in caso contrario, anch’essi sarebbero dovuti nascere senza peccato originale o, in ogni caso, con un peccato originale a metà (da parte di Giuseppe). Il che è impossibile, per i cattolici. Tali sono i meccanismi profondi e sostanziali della teologia cattolica in generale e di quella mariana in specie. Bisogna dire che il Nuovo Testamento non parla di un presunto stato di superiore grazia di Maria. Al contrario, si dice che, tranne Cristo, «tutti hanno peccato e sono privi della grazia di Dio» (Romani 3:23). Quindi, anche Sua madre. Maria, la madre di Gesù, è morta e, come tutti gli altri esseri umani, aspetta il giorno della resurrezione.
CHIAVE DI LETTURA CATTOLICA – Abbiamo visto che la Sora Lucia poteva sostenere le sue affermazioni con la Bibbia: cosa che non ha fatto mai (la Parola di Dio è la grande assente in tutta questa storia da cinematografo). Non può, però, pensare di avere il conforto del cattolicesimo (che della Parola di Dio non sa che cosa fare). Il gioviale buonismo di Papa Francesco riguarda tutto e tutti (i divorziati, gli omosessuali, tutti quelli che si trovano in condizioni difficili, la povertà nel mondo, la dignità dei lavoratori, l’ecologia, il rispetto dell’ambiente e chi più ne ha ne metta …), ma non contempla in alcun modo l’ipotesi di revocare in dubbio il sistema di mediazione tipico del cattolicesimo (Cristo, Maria, la Chiesa Cattolica, il sacerdozio, i santi …). A livello ufficiale (poi i credenti cattolici possono pure fare altro) il cattolicesimo non cederà mai su Maria e sui santi. Possiamo farci rossi, gialli o viola ma sarà così finché esisterà la Chiesa Cattolica Apostolica Romana. Se c’è da accettare i divorziati, i gay, i conviventi – sotto la spinta incombente della società odierna – lo si farà in qualche modo (magari con un po’ di sacrificio, ma una soluzione si troverà …). Per le autorità cattoliche, non si può però, in alcun modo, neppure adombrare qualche dubbio circa Maria (e, forse, i santi – ma in misura minore). Si scatena la rivolta popolare, l’inferno in terra. Si fa terra bruciata, persino si combatte nella maniera più sporca pur di difendere la Madonna (quella stessa che, in varie guise, dimora nelle edicole [nicchie] sparse dappertutto). A chi tocca Maria, il cattolicesimo fa vedere i sorci verdi.
Era ovvio che la Sora Lucia fosse mazzolata, e pure duramente. In questo caso, non si può non essere d’accordo con le autorità cattoliche: se tu sei quello che sei (prete, suora – e non il semplice credente cattolico che fa sempre un po’ come gli pare e piace), allora sei tenuto ad ubbidire. Ti piace andare in TV a spararle grosse (per i cattolici, ovviamente) e poi non vuoi essere pestata a sangue? La Sora Lucia può avere e vantare tutte le ragioni bibliche dalla sua, ma allora deve uscire dal cattolicesimo e fare la semplice cristiana, come fanno tutti coloro che voglio essere cristiani seguendo unicamente il Nuovo Testamento. Non si può vivere in questo tipo d’ipocrisia.
Si noti che in tutto il risalto dato a questa questione (dai discorsi iniziali della Sora Lucia alle repliche dei suoi inviperiti antagonisti), neppure un cane pulcioso si è degnato di chiedere: «che cosa dice la Bibbia in proposito?». Non una parola è stato spesa al riguardo. A livello pratico, la Bibbia è del tutto assente nel cattolicesimo, nella società, nei media. È una vera e propria tragedia. La stessa Sora Lucia non ha detto di rifiutare la perpetua verginità di Maria perché il Nuovo Testamento non la insegna affatto: la rifiuta perché è contraria alla logica di un matrimonio tra due giovanissimi quali erano Giuseppe e Maria. Ovviamente, la Sora Lucia non poteva avere come punto di riferimento la Bibbia, da cattolica qual è. Non è nella forma mentis del cattolico fare uso della Bibbia.
Questa desolante storia della Sora Lucia ci ha dato un’ulteriore conferma dello sbandamento esistente nel cattolicesimo odierno. È davvero triste. Per ora il Vaticano tace in merito. Ci sono altre preoccupazioni, assai più pratiche, assai più redditizie dal punto di vista dei media, della comunicazione: oggi il Papa è impegnato a trasmettere un bel messaggio (in spagnolo) prima del Super Bowl che si tiene in Houston, Texas, l’evento sportivo (football americano) più seguito negli Stati Uniti: «I grandi eventi sportivi come il Super Bowl sono altamente simbolici, dimostrando che è possibile costruire una cultura di incontro e un mondo di pace. Prendere parte ad attività sportive ci fa andare oltre la nostra visione personale della vita e, in modo sano, ci fa imparare il significato del sacrificio, crescere nel rispetto e fedeltà alle regole». Bel discorsetto, che non ha niente a che spartire con la religione o con la fede in Cristo. Se l’avesse pronunciato il più ateo degli atei, allora sarebbe stato lo stesso. Che cosa ha a che fare il Papa con il Super Bowl? Ma come fa il Papa, alla sua veneranda età, a fare tutto quello che fa? Arriverà ad occuparsi anche degli stipendi degli operatori ecologici? Mah! Vista la platea mondiale offertagli, da successore di Pietro quale pretende di essere, non sarebbe stato meglio parafrasare il detto dell’apostolo: «Salviamoci da questa perversa generazione?» (Atti 2:40). Se il Papa facesse questi appelli biblici, allora sarebbe frullato sul marciapiede.
Abbiamo detto come, per ora, il Vaticano e il Papa tacciano sulla questione della Sora Lucia. In realtà, il Vaticano e il Papa tacciono da sempre sulle esigenze bibliche. A proposito, qualcuno ha visto una Bibbia da quelle parti, recentemente?
Arrigo Corazza