L’INTERPRETAZIONE DELLA BIBBIA (1)

L’INCONTRO TRA GESÙ E ZACCHEO
23 Settembre 2021
L’INTERPRETAZIONE DELLA BIBBIA (2)
23 Settembre 2021
Mostra tutto

L’INTERPRETAZIONE DELLA BIBBIA (1)

23 novembre 2021

 

SOMMARIO

Introduzione

Talune domande preliminari

La terminologia

Conclusione

 

INTRODUZIONE

Da un punto di vista strettamente religioso o spirituale (che dir si voglia), l’interpretazione della Bibbia è lo sbocco conclusivo di tutto ciò che la riguarda. Non ci sarebbe Bibbia se non ci fosse anche l’interpretazione della Bibbia. Questo fatto non è da trascurare.

Occorre riconoscere che l’interpretazione della Bibbia pone problemi assai delicati, giacché – nel suo insieme – la Bibbia non è un libro semplice (cfr. sotto). Di conseguenza, bisogna avvicinarsi alla soluzione di tali problemi con spirito costruttivo, al fine di glorificare il Signore che ci ha dato la Sua Parola per istruirci nel difficile cammino della vita (vedi lo splendido esempio dato dai Giudei di Berea: At 17:11).

 

TALUNE DOMANDE PRELIMINARI

Prima di iniziare la trattazione di un tema così importante, è utile porsi talune domande preliminari.

  1. Sappiamo leggere come si conviene? A quanto pare, l’Italia detiene il triste primato del più basso tasso di lettura nella Comunità Economica Europea. Esiste il pericolo costante di un analfabetismo di ritorno. Oggi non si legge più, ma si vede: il che non è esattamente la stessa cosa. Questa negligenza genera una serie di evidenti conseguenze anche sulla lettura – seppure spicciola – della Bibbia.
  2. Sappiamo studiare come si conviene? Lo stato attuale della scuola italiana, che è sotto gli occhi di tutti, è disastroso. Solitamente nelle scuole non viene insegnato alcun metodo di studio che possa essere messo a frutto negli anni a venire. Si studia (male, peraltro) e basta. Ciò non aiuta certo a studiare la Parola di Dio secondo i più corretti canoni interpretativi (gli stessi che, ad esempio, si dovrebbero impiegare nella lettura e studio di Omero o di Dante; gli stessi che – in realtà – dovrebbero applicarsi nello studio di qualunque opera letteraria).
  3. Esiste un’interpretazione ufficiale, univoca, delle Sacre Scritture che sia valida per tutti e sempre? No. Lo dimostra la storia della Chiesa, fin dalle sue origini. Nonostante alcuni forti e pronunciati tentativi, nonostante alcuni cedimenti, in sostanza nessuno è mai stato (e mai sarà) in grado di imbavagliare o incatenare il pensiero del credente per mezzo di imposizioni interpretative. Grazie alla provvidenza di Dio, noi riusciamo ancora ad esercitare il giudizio perché la verità sia distinta dall’errore (cfr. 1Cor 11:19: riconoscimento degli «approvati») e per verificare lo stato della nostra fede (2Cor 13:5). Nessun Concilio, Sinodo, Tavola o Società potrà dire più e/o meno di quanto dica la Bibbia (se dice di più, aggiunge presuntuosamente alla Volontà di Dio; se dice di meno, si rivela inutile: Ap 22:18-19). Lo dimostra e lo esige la vita di ciascun credente.

Il credente è chiamato a dare il proprio giudizio – un giudizio individuale – sulle cose della vita (1Ts 5:21). Non si dimentichi che ciascuno di noi sarà giudicato da Dio individualmente e non collettivamente (cfr. Mt 25:31ss; Rm 2:16; 14:12; Gal 6:4-5).

Nessun altro può interpretare la Parola di Dio per me o al mio posto, giacché sono io che debbo viverla secondo i voleri del Signore (Gal 2:20).

Nelle prossime lezioni vedremo che la Bibbia s’interpreta con la Bibbia: questa è l’unica interpretazione “ufficiale” della Bibbia.

 

LA BIBBIA È UN LIBRO SEMPLICE? NO

La difficoltà di alcune porzioni della Scrittura fu già presente ai cristiani della prima generazione. Vedi Pietro e il suo giudizio sulle epistole di Paolo (2Pt 3:16).

Quali sono oggi, per noi, le difficoltà della Bibbia? Esse sono, essenzialmente, di ordine:

  • storico (un diaframma ci separa dai tempi biblici).
  • linguistico (la Bibbia fu redatta in lingue diverse dall’italiano).
  • psicologico (modi di pensare diversi dal “nostro”).

Se è un libro difficile, la Bibbia è dunque riservata ai soli specialisti? No.

Non fu scritta da specialisti per altri specialisti, ma da gente comune per gente comune. Il tutto secondo il piano di Dio e la mozione dello Spirito Santo.

Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità (1Tm 2:4).

Dio vuole che i cristiani siano ripieni della conoscenza della sua volontà, in ogni sapienza e comprensione spirituale (Col 1:9-10; Ef 3:17-21). «Conoscere e fare la volontà di Dio non è privilegio di pochi ma è un dono divino a tutta la comunità… [Qui in Col 1:9] è già sottintesa la polemica contro coloro che pretendevano di avere il monopolio della verità» (La Bibbia Concordata, p. 543).

Gli autori sacri non furono scrittori di professione, ma strumenti potenti della volontà dello Spirito Santo (cfr. 2Tm 3:16-17; 2Pt 1:19-21). Si noti come gli autori del N.T. – gli scrittori più famosi di ogni tempo – non abbiano più scritto altre opere.

La Bibbia destinata ai credenti.

  • Paolo, ad esempio, scrive alle chiese della Galazia (Gal 1:2) e ai cristiani in Roma (Rm 1:7).
  • Pietro si rivolge ai credenti che si trovano in una zona particolare dell’Asia (odierna Turchia: cfr. 1Pt 1:1).
  • Giacomo parla a tutti i fedeli disseminati nel mondo (Gc 1:1 – «le dodici tribù che sono disperse nel mondo»).

La Bibbia veniva letta ai credenti.

  • Ap 1:3; 1Tm 4:13.
  • «Io vi scongiuro per il Signore che si legga questa lettera a tutti i fratelli» (1Ts 5:27).
  • Col 4:16.

La Bibbia veniva letta dai credenti. Vedi gli ottimi esempi di frequentazione dati da

  • Gesù (Lc 4:14-30);
  • i Giudei di Berea (At 17:11);
  • Timoteo (2Tm 3:15).

 

POSSIAMO COMPRENDERE LA BIBBIA? SÌ

  • Paolo dice agli Efesini che possono comprendere il mistero di Dio (Ef 3:3ss), rivelato a tutte le nazioni (Rm 16:26).
  • Paolo afferma il medesimo in Col 1:24-29.
  • Il caso dell’eunuco di At 8:26-40. Egli non è in grado di assimilare il testo di Isaia che sta leggendo se qualcuno non glielo spiega. Occorre notare, tuttavia, che l’eunuco capisce bene ciò che legge: ignora solamente a chi si riferisce la profezia.
  • Il caso di Ez 3:4-12. Il messaggio e le parole del profeta sono chiari, anche per gente d’altra lingua: ciò che impedisce la comprensione è la cattiva volontà degli Israeliti. Ezechiele parla loro nella loro lingua, dei loro problemi, e non ha bisogno di un interprete per essere compreso.

 

LA TERMINOLOGIA

Occorre far chiarezza sulla terminologia concernente l’interpretazione della Bibbia. Di solito si usano tre termini (interpretazione, esegèsi, ermenèutica), spesso considerati sinonimi. È bene conoscerli più da vicino e comprendere se e in che modo sussistano differenze tra loro.

  • Interpretazione: dal latino interpretàri, “interpretare”, è l’individuazione o spiegazione del significato di qualcosa, in particolare di un testo, basandosi sulle proprie conoscenze e valutazioni.
  • Esegèsi: dal greco exégesis, derivato a sua volta da exegéomai, letteralmente “condurre o portare (egèisthai) fuori (ex)”, quindi “interpretare”. L’esegesi è l’interpretazione (esposizione esplicativa) di un testo, in specie biblico o giuridico, basato sul suo studio critico.
  • Ermenèutica: dal greco hermeneutiké (téchne), “arte o scienza d’interpretare” il senso di testi e documenti.

La differenza tra esegesi ed ermeneutica sta in quanto segue: l’ermeneutica si preoccupa di stabilire quali siano i princìpi dell’interpretazione (in altre parole, ha a che fare con l’aspetto filosofico della cosa, quindi è la scienza o storia dell’interpretazione), mentre l’esegesi pone l’accento sulla pura interpretazione di un testo (se volessimo fare un paragone, potremmo dire che è un po’ come la distinzione esistente tra storia e storiografia: mentre la storia è la ricostruzione del passato, la storiografia è invece la scienza della ricostruzione storica, ossia è la storia della storia). Pertanto, sarebbe preferibile per noi usare il termine esegèsi, più aderente allo spirito di un’interpretazione che voglia rifuggire da condizionanti presupposti filosofici.

 

CONCLUSIONE

 L’apostolo Paolo invita i cristiani in Tessalonica a pregare per lui affinché la Parola di Dio sempre si spanda (letteralmente in greco: “corra”) e sia glorificata come lo era tra i Tessalonicesi stessi (2Ts 3:1). Perché tutto questo se non fosse possibile intendere il Libro di Dio?

In questa lezione abbiamo visto che è possibile capire la Bibbia. Ciò costituisce un vivo incoraggiamento per noi. Spargiamo dunque la Parola di Dio; rendiamole gloria praticandola.

 

Arrigo Corazza