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MISTER 20%

15 luglio 2022

 

«Il Signore ha ordinato che coloro che annunziano il vangelo vivano del vangelo» (1Cor 9:14).

«Ogni primo giorno della settimana ciascuno di voi metta da parte quello che potrà secondo la prosperità concessagli» (1Cor 16:2).

«Ho forse commesso peccato quando, abbassando me stesso perché voi foste innalzati, vi ho annunziato il vangelo di Dio gratuitamente? Ho spogliato altre chiese, prendendo da loro un sussidio, per poter servire voi» (2Cor 11:7-8).

 

* * *

 

Mister 20% si riprometteva a cuor leggero d’inserire un proprio paradigma / progetto all’interno di un modello neotestamentario. In altre parole, voleva magnificare la sua autorità generica a danno dell’autorità specifica delle Sacre Scritture, rendendola di pari grado (autorità umana uguale all’autorità biblica). Impossibile!

 

* * *

 

La storia qui sotto vivacemente abbozzata sembra del tutto inverosimile, ma narra invece un fatto realmente accaduto in Italia intorno alla metà degli anni Sessanta, secondo quanto riferito qualche decade fa da mio padre Alessandro Corazza (Frascati 1926 – Roma 2017), uno dei primi predicatori. Pertanto, sia per la distanza temporale sia perché purtroppo Sandro non è più tra noi, i dettagli non posso essere ulteriormente precisati. Ma qui interessa soltanto il nocciolo della questione, che dimostra come le tendenze colonizzatrici di taluni siano (state) sempre presenti presso alcune Chiese di Cristo italiane: è un vizietto ciclico. Perciò, non bisogna mai abbassare la guardia.

 

SOTTO IL CIELO DEL PAESE PIÙ POTENTE DEL MONDO

L’aitante giovanotto si sveglia tutto baldanzoso, dopo una tranquilla notte di riposo. Steso sul letto, si stropiccia gli occhi e sgranchisce le gambe, ringraziando il Signore di essere un evangelista della Chiesa di Cristo nel Paese più ricco del mondo, dove tutto è possibile grazie a Dio e all’intraprendenza umana. Come ogni giorno, anche oggi pensa al da farsi per il Signore. È da un po’ di tempo che ha un chiodo fisso nella mente: quello di risolvere il problema del sostegno economico di predicatori italiani da parte di Chiese del suo Paese. In merito ha maturato un’idea folgorante (mai proposta prima, secondo lui). Per farla breve, questo colonizzatore di turno arriva in Italia e cerca di mettere in atto la specie di miracolo che gli frulla in testa.

Nel nostro riassunto tale predicatore dedicato e solerte (le cui vere generalità sono ormai irraggiungibili) sarà MR. 20%, (Mister 20%), mentre il suo interlocutore è S.C. (Sandro Corazza). Come detto, siamo a Roma, intorno alla metà degli anni Sessanta, nell’ambito delle Chiese di Cristo italiane recentemente fondate (a partire dal 1949).

 

MR. 20%

Annuncia a S.C. la sua grandiosa idea: «Bisogna fare qualcosa perché le singole Chiese di Cristo in Italia riescano a stipendiare il proprio evangelista / predicatore, sgravando totalmente le Chiese del mio Paese dal sostenerli. Ho pensato allora a questo programma di pieno affrancamento in cinque anni, secondo la seguente scansione: ogni anno la Chiesa di Cristo locale prende in carico il 20% dello stipendio del predicatore e così, in capo a cinque anni, tutte le Chiese di Cristo in Italiane pagheranno interamente il proprio predicatore e le Chiese del mio Paese saranno in grado di aiutare altri predicatori. Che cosa ne dici, S.C.?».

S.C.

Frascatano dal forte spirito caustico, S.C. resta folgorato dalla proposta e non sa se ridere, piangere, sbottare o redarguire il baldo giovanotto dalle belle idee. Prende tempo e ribadisce, sperando di aver capito male: «Quindi, stai dicendo che ogni anno la Chiesa locale prende in carico il 20% dello stipendio che le Chiese del tuo Paese inviano all’evangelista, e questo a salire per cinque anni (20 – 40 – 60 – 80 – 100%?). Giusto?».

MR. 20%

«Sì, è proprio così. Hai capito perfettamente. L’idea è semplicissima. Mi sorprende che altri non l’abbiamo mai proposta».

S.C.

«Ma questa tua idea in cinque anni poggia sempre sullo stesso numero di membri della Chiesa locale oppure presuppone che ci sia ANCHE una crescita dei membri del 20% ogni anno per cinque anni? Già, perché se l’idea si basasse sempre sullo stesso numero di membri, allora che cosa accadrebbe se alcuni morissero, abbandonassero la fede, andassero altrove, perdessero il lavoro e non fossero sostituiti? Sarebbe un bel guaio!».

MR. 20%

«Niente paura! Accadrebbe semplicemente che i rimanenti membri di Chiesa mettono mano ai portafogli e integrano ciò che è stato perso. Così facendo, in cinque anni tutte le Chiese di Cristo italiane sarebbero autosufficienti. Non è un progetto magnifico?».

S.C.

«Quindi, quando noi battezziamo un credente, gli dobbiamo dire che ogni anno dovrà poi mettere in colletta (quale che sia) almeno il 20% in più – sempre sperando che non si perdano membri per la strada? Insomma: una specie di tassa …».

MR. 20%

«Non è che bisogna dirglielo esplicitamente, ma insomma va fatto capire in qualche modo: è nel processo di crescita spirituale».

S.C.

«Scusa, Pinco Pallino alias MR. 20%, ma noi in fase di conversione gli abbiamo citato il brano di Paolo: «ogni primo giorno della settimana ciascuno di voi metta da parte quello che potrà secondo la prosperità concessagli» (1Cor 16:2), dicendogli inoltre che secondo il N.T. non c’è decima o altra percentuale a cui attenersi per la colletta. Come tu dici, è certamente bene far capire le cose del Regno e le responsabilità relative, ma se uno impiega tanto tempo a capire o se uno, avendo il medesimo salario, non può mettere il 20% in più annuale per cinque anni? Gli facciamo i conti in tasca? Lo obblighiamo? Lo cacciamo dalla Chiesa locale perché non vuole o non può farlo?

Ma tu hai capito che:

  • stai in Italia e non nel tuo Paese?
  • storia abbiamo alle spalle?
  • occorre tempo per modificare le cose lecitamente sotto l’aspetto biblico?
  • noi stiamo tentando di costruire sulla base della Parola di Dio e non delle iniziative personali?

Pensi che

  • qui siamo tutti scemi?
  • dovevi arrivare tu, dal tuo bel Paese, con la tua idea formidabile, per sostituire una condizione che neppure l’apostolo Paolo ha potuto cambiare, visto che riceveva lo stipendio da altre chiese per servire quella di Corinto («ho forse commesso peccato quando, abbassando me stesso perché voi foste innalzati, vi ho annunziato il vangelo di Dio gratuitamente? Ho spogliato altre chiese, prendendo da loro un sussidio, per poter servire voi»; 2Cor 11:7-8)?
  • Dio non abbia provveduto in tal senso?».

MR. 20%

«Effettivamente, non avevo pensato a tutte queste cose!».

S.C.

«E invece ci dovevi pensare come prima cosa. Hai fatto male i conti! Peraltro, so per certo che nel tuo Paese ci sono Chiese di Cristo che stipendiano tuoi connazionali per servire altre Chiese di Cristo che non li possono pagare. Dunque, si potrebbe applicare anche nel tuo Paese questa visione che mi hai presentata?».

MR. 20%

«No, non si potrebbe mai, figuriamoci!!!».

S.C.

«E allora perché la vuoi estendere al nostro? Certo che non si potrebbe applicare né in Italia né nel tuo Paese, perché l’idea non è biblica; e non è biblica perché è sicuramente inapplicabile, con le sue mille varianti. I tuoi cari fratelli nel tuo Paese ti scaraventerebbero in un angolo se la proponessi loro, altro che mandarti a colonizzare l’Italia!».

 

L’UTOPIA DI MR. 20%

UTOPIA (Vocabolario Treccani on line)

  1. Formulazione di un assetto politico, sociale, religioso che non trova riscontro nella realtà ma che viene proposto come ideale e come modello; il termine è talvolta assunto con valore fortemente limitativo (modello non realizzabile, astratto).
  2. Ideale, speranza, progetto, aspirazione che non può avere attuazione.

 

In sostanza, che cosa MR. 20% si riprometteva di fare così a cuor leggero, se non inserire un proprio paradigma / progetto all’interno di un modello neotestamentario? In altre parole, voleva magnificare la sua autorità generica a danno dell’autorità specifica delle Sacre Scritture, rendendola di pari grado (autorità umana uguale all’autorità biblica). Impossibile! Ovviamente, l’utopia di MR. 20% non passò né qui né altrove. Insomma: una fiammata bell’e buona. Ma la storia della Chiesa insegna che non è sempre stato così; anzi, è avvenuto proprio il contrario: i progetti umani sono diventati dottrina. Il cattolicesimo, il protestantesimo e via dicendo non sono nati per caso: qualcuno ha introdotto nuovi vangeli e qualcun altro ha permesso che avessero cittadinanza nella Chiesa. Il cristianesimo non ha bisogno di fiancheggiatori di false dottrine, ma di credenti fedeli (2Gv 1:9-10).

Circa il sostegno ai predicatori, nelle Chiese di Cristo si è continuato a fare seguendo il modello biblico di riferimento, che è chiaro e semplice. Sono trascorsi sessant’anni dalla fiammata di MR. 20%: preghiamo che non appaia all’orizzonte un altro MR. 20% redivivo a infastidire le Chiese con qualche nuova bislacca intuizione. Non se ne può più! Si abbia un po’ di pietà!

 

MORALE DELLA STORIA

Mio padre non c’è più e presumo che lo stesso possa dirsi anche di MR. 20% (parliamo degli anni Sessanta). Dopo un po’ fece ritorno al suo Paese senza lasciare in Italia il segno memorabile che si aspettava. Simpatico il detto attribuito ad Andy Warhol, famoso artista americano, verso la fine degli anni Sessanta: «Nel futuro ognuno sarà famoso nel mondo per 15 minuti» … È proprio vero che gli uomini passano, ma la Parola di Dio permane in eterno (1Pt 1:25)!

 

Sui modelli biblici applicativi, vedi in questo sito, sezione LA CHIESA DEL N.T., articolo del 1 luglio 2022: CHIESE SCRITTURALI, AUTONOME, INCOMPLETE E NON AUTOSUFFICIENTI.

 

Questa storia (ripeto: vera nei contenuti) deve indurre a considerare sempre la pericolosità dell’uomo nella Chiesa di Cristo di ogni tempo e luogo. La Chiesa è di Cristo e non dei forsennati lanciati a tutta velocità nella colonizzazione spirituale del nostro Paese o di altri. In Italia abbiamo già abbastanza guai: qui le cose spirituali sono difficilissime. Ci vuole pazienza, sopportazione e la Parola di Dio, non quella di uomini fallaci e passeggeri. Nel Regno di Dio il computo del tempo è particolare: cinque anni possono voler dire molto o addirittura niente. Ripetiamo: ci vuole pazienza, mettendo da parte ogni forzatura. 

Le belle idee del colonizzatore di turno non troverebbero mai accettazione nel suo Paese. Perché dovrebbe averla qui da noi? Una cosa o è biblica o non è biblica, dappertutto. Tale comportamento ricorda quello sgradevole di certi turisti stranieri in Italia, che a casa loro sono tutti lindi e pinti, mentre qui sporcano come gli Italiani (evidentemente notano un certo andazzo e si adeguano subito). Roba che se lo facessero da loro sarebbero randellati come si deve. Ma qui da noi tutto è permesso, anche e soprattutto sotto l’aspetto spirituale … Mah!

Limitiamoci a seguire l’autorità di Cristo, altro che le fantasiose ipotesi di MR. 20%!

«Qualunque cosa facciate, in parole o in opere, fate ogni cosa nel nome del Signore Gesù ringraziando Dio Padre per mezzo di lui» (Col 3:17).

 

Arrigo Corazza