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PENSIERI SULLA PRIMA CORINZI (prima parte)

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Presento una serie di riflessioni sulla prima lettera di Paolo ai Corinzi scritte nel 1995, ma mai pubblicate finora. Questa è la prima parte.

 

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UNITI NELLA VERITÀ E NELLA CARITÀ (1Corinzi 1:1-16)

Se è vero che nel Regno di Dio i santificati risultano tra loro uniti, in ogni luogo e tempo, grazie alla medesima fede che li spinge a invocare il nome di Cristo (1Cor 1:2), allora è altrettanto vero che le divisioni (“eresie” nel greco di 1Cor 11:19) esprimono una realtà indegna del Regno. E non si deve affatto dire che esse sono un fenomeno inevitabile d’ogni forma di vita associata. Nella Chiesa, purtroppo, appaiono tali solo quando si tratta di vita o morte spirituale, quando non v’è più nulla da fare per riportare il corpo di Cristo all’originaria unità scritturale incrinata dai falsi maestri. Inoltre, secondo lo Spirito Santo (1Cor 11:19), le eresie hanno l’unico scopo di far sì che la verità di Dio rifulga sull’errore e che i credenti di virtù approvata (greco: dòkimoi) siano palesati.

L’unità nel pensiero e nel parlare è la base della vita nel Regno: dunque, concordia nella Parola di Dio, nella verità e non nella diversità dottrinale. Nelle Chiese di Cristo non bisogna ricercare il potere umano, in spregio a quanto Paolo dice proprio in 1Cor 1:10ss. Guai agli amanti del potere nella Chiesa, ai falsi maestri seminatori di zizzania, operai fraudolenti che amano farsi belli senza corrispondere nessun prezzo! Ricordiamo che Gesù soltanto ha pagato per noi (cfr. 1Cor 1:13).

 

LA FEDE NON SOLO È IDEOLOGIA, MA ANCHE PRATICA DI VITA (1Corinzi 1:18-31)

«Ora a colui che può, mediante la potenza che opera in noi, fare infinitamente di più di quel che domandiamo o pensiamo, a lui sia la gloria nella chiesa, e in Cristo Gesù, per tutte le età, nei secoli dei secoli. Amen» (Ef 3:20-22).

Tutti, più o meno, sappiamo che cosa indichi il termine “ideologia”. Cercando conferma nel Vocabolario Treccani, capiamo che esso denota «nel linguaggio corrente: a. Il complesso dei presupposti teorici e dei fini ideali (o comunque delle finalità che costituiscono il programma) di un partito, di un movimento politico, sociale, religioso; b. In senso spregiativo, soprattutto nella polemica politica, complesso di idee astratte, senza riscontro nella realtà, o mistificatorie e propagandistiche, cui viene opposta una visione obiettiva e pragmatica della realtà politica, economica e sociale: la crisi delle ideologie».

Ebbene, per il cristiano conta l’ideologia del Regno, cioè il sistema di idee che fa capo al N.T., alla legge di Cristo (1Cor 9:21). Ad essa aderiscono i cristiani, trasformati nello spirito dalla Parola dello Spirito, l’unica in grado di operare tale cambiamento. Le ideologie umane periscono, la mente di Cristo permane (1Cor 2:16). Durante il corso della sua vita spirituale, costantemente alimentata dallo Spirito Santo mediante la Bibbia, il cristiano ha un’idea fissa da seguire: la gloria di Dio nella Chiesa e in Cristo Gesù (Ef 3:20-22). È significativo ricordare che il vocabolo “idea” viene dal greco idèin, “vedere”. L’ideologia del Regno è dunque una visione della vita e delle benedizioni conferite da Dio attraverso Colui che è stato visto e che lo ha rivelato.

 

«Nessuno ha mai visto Dio; l’unigenito Dio, che è nel seno del Padre, è quello che l’ha fatto conoscere» (Gv 1:18).

«Siamo dunque sempre pieni di fiducia, e sappiamo che mentre abitiamo nel corpo siamo assenti dal Signore (camminiamo per fede e non per visione); ma siamo pieni di fiducia e preferiamo partire dal corpo e abitare con il Signore» (2Cor 5:6-8).

Su Dio Padre che non è stato mai visto e su Colui che è stato visto e che lo ha rivelato, il brano cardine è dunque Gv 1:18. Mentre Dio non si può vedere, il Signore Gesù, Dio incarnato che le creature umane hanno visto, lo ha rivelato, spiegato, fatto conoscere (greco: exegèomai). Gesù è il migliore e unico esegeta, interprete del Padre. Il cristiano non cammina per visione, ma per fede, che è il risultato dell’ascolto della Parola di Cristo (Rm 10:17).

 

«È per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio. Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti; infatti siamo opera sua, essendo stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo» (Ef 2:8-10).

Dio ha preparato per il cristiano opere buone da compiere. L’ideologia del cristiano è tanto più forte (unicamente forte) quanto più si rivela radicata (solamente) nella santa Parola di Dio. L’ideologia del cristiano non guarda così al raggiungimento di obiettivi tipici del mondo dominato da Satana. Per il cristiano, salvare un’anima nel post mortem mediante la predicazione del Vangelo vale tanto quanto il mondo intero (Lc 15). Ma il mondo non la pensa assolutamente così.

Perciò, la sola ideologia, che è pure necessaria in partenza, non deve soffocare la pratica religiosa del cristiano. L’ideologia del Regno non vale senza la pratica religiosa che ne consegue (non vale più di essa), ma anzi deve alimentarla costantemente. Il pensare correttamente secondo la Scrittura non è tutto: occorre poi la pratica di quel pensiero. Se la Parola di Dio non viene praticata, allora è veramente morta, inefficace: è una perdita negli scopi da raggiungere. Il modo di pensare del cristiano deve essere totalmente diverso da quello di chi non ha aderito al Cristo. L’uomo senza Cristo è abbandonato a se stesso, si illude in se stesso, e non ha alcuna speranza di salvezza. Questa proviene unicamente dalla grazia di Dio in Cristo Gesù, ed è pertanto esterna alla creatura umana. Si tratta di un intervento risolutivo esterno all’uomo, che l’uomo stesso non avrebbe mai potuto neppure immaginare o stabilire.

Qui sta tutta la differenza tra pensiero divino e pensiero umano, tra la pretesa salvifica dell’uno e quella dell’altro. Come già detto, la prima pretesa (divina) è esterna all’uomo, mentre la seconda (umana) è interna (e, quindi, si avvoltola su se stessa non potendo uscire da se stessa, all’esterno).

Qui sta tutta la differenza tra rivelazione salvifica di Dio e la filosofia umana inerte ai fini della vita ultraterrena, della salvezza nel post mortem.

 

Sulla differenza tra rivelazione di Dio e filosofia, vedi in questo sito Rivelazione o filosofia?, sezione EDITORIALE del 1 ottobre 2021 (o clicca qui sotto).

https://www.chiesadicristoinpisa.it/rivelazione-di-dio-o-filosofia/

 

In 1Cor 1:18-31, Paolo sostiene che la fede non è fondata sulla sapienza umana, bensì sul sacrificio del Crocifisso, che è «potenza e sapienza di Dio» (v. 24). Ancora, va accuratamente notato che qui Paolo non intende opporre la fede alla ragione, ma piuttosto la presunta salvezza umana (raggiunta attraverso teorie intellettuali) alla salvezza per grazia di Dio in Cristo Gesù. Dunque: nessuno può essere salvato dalle costruzioni dello spirito umano (filosofia), ma solo da Dio nel Signore nostro Gesù (At 4:12; Fil 3:1ss; Rm 3:23; 1Cor 1:29; 2:5).

 

Arrigo Corazza