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QUALE TRADIZIONE?

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Gli uomini nascono in un contesto religioso definito e spesso diventano “credenti-atei” nel prosieguo della vita, illudendosi – nonostante la contraddizione (“credenti-atei”) – di salvare la propria l’anima. Senza aver mai letto la Bibbia, senza essersi mai preoccupati di sapere se le pratiche religiose loro imposte corrispondano o no alla volontà divina, gli uomini sembrano accontentarsi di seguire le tradizioni create da altri uomini nel corso della storia. Tali tradizioni, però, non appartengono certo alla Chiesa di Cristo descritta nel N.T., Chiesa voluta da Dio avanti la creazione di tutte le cose per mostrare la grandezza del suo amore verso il mondo preda del peccato (Ef 3:9-10).

V’è un’enorme differenza tra la Chiesa originaria, primitiva, la Chiesa descritta nel N.T., e le migliaia di sette, di denominazioni esistenti oggigiorno. Tali differenze non si spiegano tanto con il variare dei tempi, quanto piuttosto con il mutare delle dottrine insegnate e praticate. Questo è il vero problema. I discepoli di Cristo erano chiamati cristiani (At 11:26), seguivano la sua Parola predicata dagli apostoli (i quali fruivano di tutta l’autorità conferita loro dallo Spirito Santo). Con la morte del Signore e dei suoi apostoli, i cristiani non rimasero orfani: il N.T. era (è, e sarà sino alla fine del mondo) la legge di Cristo, la dottrina da seguire e mettere in pratica. Giuda (non il traditore, ma il fratello carnale di Gesù) esortava i credenti «a combattere strenuamente per la fede una volta per sempre tramandata ai santi» (Gd 3). In questo brano e nel resto della lettera, il termine “fede” equivale a “dottrina”, a “corpo dottrinale”. Tale dottrina è stata consegnata, trasmessa al genere umano una volta per sempre (l’originale greco paradìdomi vale: “passare, consegnare, trasmettere”. In latino il medesimo concetto si esprimeva con tràdere, da cui traditio – onis: “consegna, trasmissione”; vedi il nostro “tradizione”).

Giuda ci dice, dunque, che l’unica tradizione da seguire sempre è il vangelo o fede o insegnamento o dottrina di Cristo. Giovanni scrive che «chi passa oltre e non dimora nella dottrina di Cristo, non ha Dio. Chi dimora nella dottrina ha il Padre e il Figlio. Se qualcuno viene a voi e non reca questa dottrina, non lo ricevete in casa, e non lo salutate, perché chi lo saluta partecipa alle malvagie opere di lui» (2Gv 9-11). Queste parole, che sembreranno assai dure ed esagerate a chi non conosce la Bibbia, sono in realtà assai importanti ai fini della salvezza. Esse dimostrano che nella dottrina di Cristo – cioè nell’insegnamento da lui impartito–, non si può essere liberali e progressisti, non si può aggiungere a proprio piacimento.

Occorre pertanto dimorare, rimanere, insistere e persistere nella verità portata da Cristo e dai suoi apostoli, verità che non è monopolio o proprietà di alcuna Chiesa o individuo. Infatti, la verità è Cristo, è di Cristo. La Parola di Dio è la verità (Gv 17:17). Agli occhi del Signore, che è l’unico capo della Chiesa (Col 1:18), le chiese create dagli uomini non hanno nessuna verità, nessun magistero, nessun potere, nessuna tradizione propria da vantare. Che, di fatto, dopo essersi sostituite alla Chiesa di Dio in Cristo Gesù, le chiese create dall’uomo abbiano gestito un potere (politico e spirituale) immenso attraverso i secoli (e continuino a farlo), è certo tutt’altra questione, ben nota a molti, e che per ora non c’interessa trattare qui.

Qual è il pericolo che si annida nelle chiese oggi? Quello di pensare che gli altri siano peccatori e noi no, che noi possiamo fare qualunque cosa perché conosciamo o, tutt’al più, leggiamo la Sacra Scrittura. Invece, dobbiamo arrivare sempre con estrema umiltà alla comprensione e alla soluzione biblica dei problemi che ci si parano innanzi. Molto facile risulta allontanarsi dalla via tracciata dal Signore; assai più difficile è poi risalire la china e tornare ad essere puri. Non dimentichiamo mai di lottare strenuamente per il Vangelo, per la fede una volta per sempre data ai santi.

 

Arrigo Corazza