IL VACCINO ANTI-COVID 19 E IL MARCHIO DELLA BESTIA NELL’APOCALISSE

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IL VACCINO ANTI-COVID 19 E IL MARCHIO DELLA BESTIA NELL’APOCALISSE

27 agosto 2021

 

Pubblichiamo, qui per gentile concessione della Chiesa di Cristo di Udine, la risposta data da Valerio Marchi al quesito che si può leggere qui sotto.

 

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Desidererei conoscere il vostro pensiero di cristiani riguardo ai vaccini contro il Covid-19. Alcune comunità di credenti sono contrarie e in altre i pareri sono discordanti tra chi vede nel vaccino il marchio della bestia dell’Apocalisse e chi pensa che siano un modo per ottenere una forma di ubbidienza e sottomissione della popolazione mondiale. Qual è il vostro pensiero al riguardo? M.V

 

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In effetti sono in molti, oggi, a porsi questa domanda. E c’è chi non solo collega la vaccinazione anti Covid-19 e il “Green Pass” (o altri provvedimenti simili o collegati) con il «marchio della bestia» di cui parla nella Bibbia l’Apocalisse di Giovanni, ma ipotizzano altresì un complotto su larga scala, una trama dei cosiddetti “poteri forti” e più o meno “occulti” in vista del controllo e dell’assoggettamento della popolazione mondiale.

Siamo ovviamente impossibilitati a dare un giudizio su fantomatici piani globali segreti: proprio in quanto segreti, infatti, non potremo conoscerli finché non si sveleranno (sempre ammesso e non concesso che esistano, ovviamente; e sempre ammesso e non concesso che prima o poi, se esistono, ne verremo a conoscenza…): si rimane dunque sul piano della fantapolitica e delle pure congetture, circa le quali allo stato attuale si può affermare tutto e il contrario di tutto. Da questo punto di vista, dunque, non ci sbilanciamo. Quando però qualcuno opera un presunto, diretto collegamento fra quanto detto sopra e la Bibbia, allora possiamo e dobbiamo dire la nostra.

I passi dell’Apocalisse che vengono citati circa il «marchio della bestia» (in primis al capitolo 13:16-17, ma anche ai capitoli 14:9-11, 15:2, 16:2, 19:20 e 20:4) sono stati frequentemente accostati nel corso della storia ai più diversi eventi, fenomeni e personaggi inquietanti e drammatici: così, nei secoli, l’Apocalisse (termine traslitterato dal greco apokálypsis, che tradotto significa «rivelazione») è stato ripetutamente oggetto di fantasiose e spesso manipolatorie interpretazioni… L’Apocalisse, d’altronde, in quanto libro strutturalmente simbolico e allegorico, si presta bene, con le sue immagini ed espressioni forti, suggestive, evocative, ad essere strumentalizzato in tanti modi: ma è proprio ciò che si deve assolutamente evitare di fare. Approfondire l’argomento sarebbe alquanto lungo, perché l’Apocalisse va letta nella sua interezza, con grande cautela e con pieno rispetto del genere letterario – detto apocalittico, per l’appunto – che la caratterizza. Ci limitiamo dunque, in questa sede, a offrire qualche spunto significativo.

Veniamo allora al «marchio della bestia». Notiamo, per prima cosa, che esso è l’antitesi negativa del «sigillo» apposto ai veri credenti in Cristo (Ap 3:12, 7:3, 9:4, 14:1): da una parte, infatti, il sigillo divino (o «segno», o «nome di Dio») individua i cristiani fedeli; dall’altra, invece, il marchio della bestia contrassegna (proprio come si faceva con gli schiavi) coloro che entrano e rimangono nell’orbita del «gran dragone» (cioè il diavolo, Satana) citato diffusamente nei capitoli 12, 13, 16 e 20), divenendo suoi più o meno consapevoli servitori. E notiamo che, come il sigillo dei cristiani non ha una natura fisica, ma è un segno di riconoscimento spirituale apposto da Dio a chi ne viene giudicato degno, anche il segno della bestia indica non tanto qualcosa di materiale, quanto una condizione morale, interiore. Come diceva Gesù, «nessuno può servire a due padroni… chi non è con me è contro di me» (Mt 6:24, 12:30): bisogna scegliere da che parte stare, senza vie di mezzo.

Il marchio in questione, poi, viene impresso dalla «bestia che sale dalla terra» (identificata in altri passi con il «falso profeta»: Ap 16:13, 19:20, 20:10), la quale, nel libro biblico in questione, designa la falsa religione e ogni sistema di pensiero (filosofie, ideologie…) che si fa complice e strumento di quello politico (simboleggiato invece dalla «bestia che sale dal mare», dove il mare sta per le nazioni con i loro tempestosi sconvolgimenti, da cui sorgono gli imperi terreni). Siamo dunque di fronte all’idolatria religiosa (e di ogni altro “scimmiottamento” della vera religione) che spalleggia l’idolatria-statolatria politica ai tempi dei primi cristiani (questo è il contesto immediato dell’Apocalisse) alla fine del primo secolo d.C., quando il libro fu scritto e iniziò ad essere divulgato: si trattava, insomma, del dispotico potere imperiale romanoappoggiato dal potere sacerdotale-religioso-filosofico pagano che, tramite concetti, propagande e atti menzogneri e blasfemi (ai quali, ovviamente, i cristiani dovevano opporsi stando fermi nella fede) contribuiva al grande inganno (come si vede Ap 13:11-15, la bestia che sale dalla terra è camuffata, travestita, subdola, fraudolenta…). Quale inganno? La glorificazione del culto imperiale, l’adorazione degli uomini e delle cose umane al posto di quella rivolta a Dio, utilizzando al bisogno anche la costrizione, il ricatto, il sopruso (versetti 16-17).

È chiaro che, per analogia, possiamo applicare questa visuale a tutti i casi in cui, nel corso della storia, il potere pseudoreligioso apostata e idolatrico serve, spesso sotto l’ingannevole apparenza del bene, il potere politico corrotto del mondo; ma dobbiamo stare attenti a non forzare l’analogia, a non inserire a forza tutto ciò che ci pare quando vogliamo sostenere a tutti costi le nostre posizioni, ad esempio quelle no-vax o no-pass (a prescindere dalla fondatezza o meno delle stesse), perché inserire il vaccino anti Covid-19 nel testo biblico è un’operazione anacronistica, una forzatura dettata dall’emotività del momento e/o da interessi di parte, un utilizzo indebito e banalizzante della Parola di Dio. E facciamo attenzione, perché come avverte Ap 22:18: «Se qualcuno aggiunge a queste cose, Dio manderà su di lui le piaghe descritte in questo libro».

Ma veniamo a ciò che più conta: lo scopo principale per il quale l’Apocalisse è stata scritta è quello di offrire ai credenti in Cristo la beatitudine (Ap 1:3) di essere consolati, esortati, incoraggiati. Insomma, di avere la conferma che Cristo è «il re dei re e il Signore dei signori», e che sia «la bestia e i re della terra» sia «il falso profeta» saranno «gettati vivi nello stagno di fuoco che arde con zolfo» (evidente immagine-simbolo della condanna eterna), mentre i fedeli al Cristo potranno godere della gioia della «Gerusalemme celeste» (Ap 21-22): insomma, capiti quel che capiti, Dio rimane il supremo padrone della storia, tutto è sotto il suo controllo anche se molto spesso può sembrare che non sia così: «Tutte le cose – come scrisse l’apostolo Paolo – cooperano al bene per coloro che amano Dio» (Rm 8:28).

Questa realtà è perfettamente espressa dal «numero della bestia» di cui troviamo detto in Ap 13:18, un brano comprensibile da chi ha «la sapienza», quella vera, quella che procede da Dio: il numero è il 666 … Ora, al di là da ogni stravagante interpretazione (ce ne sono state molte, anche del tutto improbabili) occorre comprendere la numerologia apocalittica (i numeri hanno un significato concettuale). Ebbene, dato che il numero della perfezione divina è il 7 (sette spiriti, sette candelabri, sette stelle, sette lampade, sette sigilli, sette angeli…: si vedano i numerosi passi in proposito nei capitoli 1-6, 8, 10, 12-13, 15-17 e 21), il 6 rappresenta, in quanto «numero d’uomo» (si veda sempre Ap 13:18) ciò che non è divino, ma per l’appunto solo umano, ma che presuntuosamente aspira ad essere divino, a competere con la divinità… e, con il suo potere, parrebbe quasi riuscirci, ma in realtà resta sempre sotto il 7, sempre imperfetto e destinato a soccombere davanti a Dio. Il 6, in poche parole, non potrà mai essere 7! Non solo, ma la ripetizione per tre (tre volte 6) indica come sempre, nella Bibbia, l’assoluta conferma di ciò che si dice: dunque il 666 è l’imperfezione tre volte imperfetta, l’imperfezione assoluta. In poche parole, il messaggio per i veri cristiani è questo: qualunque cosa sia e accada, anche ciò che causa le più grandi ingiustizie, persecuzioni e sofferenze, non preoccupatevi, perché Satana e il Male non durano per sempre e non vinceranno mai; anzi, in prospettiva sono già sconfitti. Come disse Gesù, «nel mondo avrete tribolazione, ma fatevi coraggio, io ho vinto il mondo» (Gv 16:33).

Un’ultima cosa importantissima da ribadire, infine, è questa: in ogni caso, sempre, costantemente, anche quando ci sono periodi in cui non dominano o non paiono dominare tragicamente conflitti spaventosi, sistemi estremamente iniqui, epidemie, calamità e disastri di varia natura, se non siamo dalla parte di Cristo, se non lo abbiamo ancora voluto conoscere, se non abbiamo fede in lui e non ci siamo convertiti a lui, le cose non vanno affatto bene, proprio per niente. Solo agli autentici credenti, a coloro che conoscono la Parola di Dio e ad essa si conformano, può essere detto: «Dio ci ha dato la vita eterna, e questa vita è nel suo Figlio. Chi ha il Figlio ha la vita; chi non ha il Figlio non ha la vita… Noi sappiamo che siamo da Dio e che tutto il mondo giace nel maligno»(1Gv 5:11-12.19). Vaccino o non vaccino, Green Pass o non Green Pass, complotti mondiali o meno, Covid-19 oppure no.

 

Valerio Marchi